ideali, valori di una società che si è vista rappresentata sul piccolo schermo e si è riconosciuta nei difetti, nei pregi e nelle caricature di quello che era. Dalla realtà al mito il passo è breve e alcuni di questi telefilm sono entrati in un olimpo che, a tutt’oggi, li riconduce verso la memoria di chi ascolta una vecchia sigla televisiva originale, usa una parola o una frase presa in prestito dai meandri di ricordi immagazzinati, vede un’automobile che ha fatto storia.
Andando a ritroso nel tempo per arrivare agli anni più recenti, nel 1974 viene trasmesso in Italia il primo episodio di Happy Days, una situation comedy che, ambientata tra gli anni 50 e gli anni 60, racconta la vita di una famiglia americana e dei personaggi che le gravitano attorno. Seppur girato per la maggior parte in interni, Happy Days interpreta sullo schermo il sogno americano rappresentato anche dalle automobili e dalle moto dell’epoca. Indimenticabile l’estrosa Ford modello A, modificata Roadster che compare nella sigla. Interamente customizzata, con tubi, cromature, linea e grafica eccentriche rappresenta a pieno la moda di voler dare nuova vita a modelli che, diversamente, sarebbero passati inosservati. Anche l’auto guidata da Richie Cunningam, indiscusso protagonista della serie, figlio perfetto per milioni di mamme, interpretato da Ron Howard, futuro regista di enorme successo, era una Ford Crestline prodotta dal 1952 al 1954. Indimenticabile è anche il personaggio di Fonzie che non avrebbe probabilmente avuto lo stesso successo con le donne se non fosse stato accompagnato dalla sua moto, una mitica Triumph Trophy, modello TR-5 del 1949. Il successo che la serie americana ebbe in Italia fu grandioso e può essere forse considerato uno dei telefilm di maggior successo in assoluto.
Nasce il mito americano dunque, una nuova generazione che guarda al futuro e si riconosce negli idoli di James Dean, con la brillantina tra i capelli, che indossa i jeans delle marche più famose e il giubbotto nero di pelle. E’ l’epoca del Drive In, delle mitiche Corvette, del Juke-Box che suona brani indimenticabili, è l’epoca del Twist e del Rock’n’Roll.
Le migliori serie di sempre restano, nell’immaginario collettivo, quelle americane e la produzione non si ferma di certo ma continua a sfornare storiche serie tv che spopolano. Nell’estate del 1978 arriva nelle case degli italiani La Famiglia Bradford che torna con numerose repliche fino alla fine degli anni 90. E’ la storia di una famiglia di Sacramento composta da un padre, rimasto vedovo, e otto figli che coprono diverse generazioni, il che permette di affrontare numerosi temi di diversa natura. Per una famiglia così era d’obbligo una macchina spaziosa e la scelta cadde sul mitico minibus Volkswagen Bulli. Di colore celeste, con l’inconfondibile marchio Volkswagen davanti, resta impresso nei ricordi di chi con questa serie è cresciuto. E dal mito degli anni 50 e della TV, Volkswagen ha deciso di riproporre sul mercato questo minibus in un’edizione completamente nuova. Apparsa già nel 2011 al Salone di Ginevra, il Bulli approderà quest’anno al CES di Las Vegas, la più importante fiera tecnologica al mondo e sarà completamente elettrico. Il ritorno al presente di un’icona dal glorioso passato, con idee innovative e rivoluzionarie.
Nel 1976 arrivano invece tre ragazze che lavorano per un’agenzia investigativa privata, le Charlie’s Angels. Nell’alone di mistero che avvolge il loro capo, Charlie, che le contatta tramite telefono attraverso un amplificatore, questi tre angeli danno vita a una nuova serie poliziesca in cui, per la prima volta, protagoniste indiscusse sono le donne. La macchina degli angeli è una Ford Mustang Cobra II di colore bianco con le strisce blu, un’auto sportiva, sicura e facile da guidare per agevolare queste prime donne a svolgere egregiamente un lavoro pericoloso che, fino a quel momento, era stato prerogativa prettamente maschile. Nel 2000 questo telefilm di grande successo approda al cinema con il film Charlie’s Angels seguito, nel 2003, dal sequel Charlie’s Angels più che mai.
Foriera di successi immortali, la tv americana continua a regalarci in pochi anni grandi telefilm e nel 1981 esce in Italia Hazzard. Protagonisti della serie sono i famosi componenti della famiglia di fuorilegge Duke, lo zio Jessie, Bo, Luke e la cugina Daisy, che, per via della condizionale, non possono circolare al di fuori dei confini della contea di Hazzard. Le vicende si svolgono tutte nel tentativo, alle volte grottesco, da parte dello sceriffo Rosco di catturarli. Protagonista di rocamboleschi inseguimenti e salti nel vuoto, le Dodge Charger, dette Generale Lee, il modello di auto usato da Bo e Luke, amanti delle corse in auto, sono andate sempre distrutte e, alla fine delle riprese, se ne sono contate più di 300. La Dodge Charger era arancione con il numero 1 stampato sulla fiancata e la bandiera confederata sul tetto. Una curiosità di questa vettura è che il clacson intonava le prime note della canzone popolare Dixie. Bo e Luke entravano e uscivano alla macchina attraverso i finestrini perché gli sportelli erano saldati alla carrozzeria e questi salti sono rimasti come il marchio di fabbrica del telefilm. Altre due erano le macchine della serie, quella di Daisy, marca Ford, modello F-100 e la Jeep CJ-7 dello zio Jessie.
Dalla Georgia, dove si trova l’immaginaria contea di Hazzard, ci spostiamo alle isole Hawaii da cui arriva, nel 1980, un altro investigatore privato. La serie si intitola Magnum P.I. e il suo protagonista è Thomas Magnum, impersonato dal famoso e affascinante Tom Selleck che tutti ricordano per le sue estrose e colorate camicie a fiori hawaiane. L’auto che lo accompagnava è sempre stata una Ferrari ma nel corso delle riprese sono stati cambiati tre modelli: la prima, una Ferrari 308 GTS, poi una 308GTSi e l’ultima, una Ferrari 308 QV GTSi. Queste Ferrari sono sicuramente quelle dalle linee e dalle curve più aggressive e, anche grazie all’uso che Thomas Magnum ne fa, è diventata la Ferrari da strada per eccellenza.
Si tratta sempre di Ferrari quando si parla di Miami Vice. Arrivato in Italia nel 1984 fino al 1989, è la storia di due detective sotto copertura della polizia della città di Miami che si spostano a bordo di una Ferrari Testarossa del 1986 di colore bianco con un motore V12 Boxer da 390 CV per 290km/h di velocità massima. Si dice che, siccome il primo esemplare usato nella prima stagione fosse una riproduzione della Ferrari 365 GTS/4 Daytona Spyder, assemblata sulla base di una Chevrolet Corvette, Enzo Ferrari abbia donato alla produzione due autentiche Ferrari. A bordo di questa Ferrari, i due protagonisti interpretati dagli attori Don Johnson che interpretava Sonny Crockett e Philip Michael Thomas nei panni del suo amico e collega Rico Tubbs. Icona di musica e stile, Miami Vice parte in sordina ma arriva a raggiungere, nella seconda serie, un successo assoluto anche grazie alla musica. La colonna sonora era composta per ogni singolo episodio tanto che fu possibile creare un intero album e molti dei brani pop e rock del momento furono inseriti contribuendo al successo della serie.
Protagonista indiscussa di un’altra serie americana di strepitoso successo è Kitt, la macchina parlante di Michael Knight (interpretato dal famoso David Hasselhoff) in Supercar. E’ la storia di Michael Arthur Long, il quale viene salvato dalle industrie Knight da morte certa per mani di alcuni criminali. A questo punto tutto cambia: diventa Michael Knight e, insieme a un’automobile dotata di intelligenza artificiale, comincia a combattere il male. Kitt è una Pontiac Firebird del 1982, trasportata e, all’occorrenza, scaricata da un camion, una GMC General. L’accordo tra la Pontiac e la casa di produzione della serie Universal prevedeva che tutti i veicoli utilizzati dovessero essere distrutti a fine riprese.
Di stampo decisamente diverso e rivolto a un pubblico più femminile che maschile, è la serie Beverly Hills 90210 che tra il 1990 e il 2000 è andata in onda su una delle reti commerciali. Era la storia dei due protagonisti, i gemelli adolescenti Brendon e Brenda Walsh che dal Minnesota arrivavano, con la famiglia, nella seduttiva Beverly Hills. I temi affrontati nella serie sono molti, dalla droga, al sesso, all’alcol. I protagonisti della serie sono diventati vere icone del glamour, della moda, e anche in questo caso le auto calcano la scena e la fanno da padrone per marcare la personalità di questi ragazzi, divenuti veri e propri idoli di migliaia di adolescenti. Il bello e dannato Dylan guidava una Porsche 356 Speedster nera, decisamente molto romantica e che lasciava riecheggiare il mito di James Dean su questo adolescente tormentato. Il più scanzonato Steve guidava una Corvette C4 Convertible, invece Brandon, il prototipo del bravo ragazzo della porta accanto, guidava una Mustang bianca di seconda mano. La bella e viziata Kelly che nel telefilm è sempre al top, guidava una BWM cabrio rossa fiammante, l’auto perfetta per una donna di Los Angeles.
Nel 1996 arriva dalla Germania la serie televisiva Cobra 11 che racconta delle avventure di una coppia di investigatori della polizia autostradale criminale. Per i tanti inseguimenti sono state utilizzate molte berline, modelli di diverse marche automobilistiche, prevalentemente tedesche, soprattutto Audi e BMW, affiancate però anche da Ferrari, Hummer e moto Kawasaki.
Altra coppia famosa di una serie che ha spopolato dalla fine degli anni 70 a tutti gli anni 80, è quella formata da Starsky e Hutch. Arriva in Italia nel 1979 e, anche in questo caso, i protagonisti sono due poliziotti dell’immaginaria città Bay City. Protagonista accanto a loro, la Ford Gran Torino rossa con una striscia bianca da una parte all’altra dell’auto che passava anche per il tetto e chiamata, in codice, Zebra 3.
Anche il mondo dei cartoni animati e dei fumetti ha visto la trasposizione sullo schermo di alcuni dei personaggi preferiti da intere generazioni, E’ il caso di Batman che tutt’oggi riscuote ancora un successo planetario. Nel 1966 esce infatti la prima serie televisiva basata su questo personaggio dei fumetti. Nella serie, la Batmobile è una Lincoln Futura, costruita a Torino dalla carrozzeria Ghia, che il designer George Barris riuscì ad accaparrarsi per trasformarla nella Batmobile. Prima approdato al cinema e oggi trasmesso spesso in tv, il cartone animato Cars vanta un parterre di automobili di tutto rispetto. Divertenti e irriverenti, grandi auto come Cadillac, Chevrolet, Porsche, Fiat 500, tutte con il loro carattere e la loro personalità per una storia che ha conquistato grandi e piccini. Nel film Trasformers, altro successo del genere fantastico, la General Motors ha fornito tutte le vetture degli Autobots.
Spostandoci in Italia, ci rendiamo conto di come anche qui il ruolo dell’automobile si imponga come emblema di una società, caratterizzi un personaggio e assuma un significato di primaria importanza per la resa sullo schermo della storia. La cultura dell’auto in Italia affonda le radici nel secondo dopoguerra e così, andando avanti negli anni, ci si rende conto di quanto imprescindibile sia l’evolversi della società rispetto al progresso portato da elementi di fondamentale importanza come le auto, la radio, la televisione. Tutto è collegato e niente può essere scisso per raccontare la storia di un’Italia che sta cambiando. Serie tv che ci raccontano di quell’epoca sono diverse e tante magistralmente dirette come Romanzo Criminale che, liberamente ispirato al film diretto da Michele Placido nel 2005, tratto dall’omonimo romanzo di Giancarlo di Cataldo, racconta la storia della banda della Magliana nella Roma degli anni 70. In questo substrato sociale, le automobili erano fortemente evocative e rappresentative di uno stile di vita fatto di passione malsana per il potere e di un modus vivendi dedito al crimine. E’ per questo che, sul piccolo schermo, la serie ripropone vecchi modelli come la Lancia Fulvia HF 1.6 turchese guidata da uno dei personaggi di spicco della storia, il Dandi. Auto che parlano e raccontano i personaggi che le posseggono. Maldestro e incapace è l’Ispettore Coliandro che arriva sugli schermi nel 2006. Tra una serie di eventi che non riesce a gestire, si mette maldestramente nei guai. Lo accompagna un’Alfa Romeo 156 rossa. Dalla penna dello scrittore Andrea Camilleri nasce il personaggio del Commissario Montalbano che in un’immaginaria Vigàta, dirige, a modo suo il commissariato di polizia. Immancabile, sempre al suo fianco, una vecchia Fiat Tipo blu, perennemente impolverata.
Tra mito e realtà, sono molte le auto che accompagnano le storie e i loro personaggi fino alla fine. Con un ruolo centrale, hanno una potenza evocatrice che identifica, nelle loro caratteristiche, quelle del personaggio.