Rettilinei veloci, tante chicanes… già, è il momento di prepararsi per il GP del Canada, settimo appuntamento del Mondiale. Il Circus monta le tende nel centro più popolato del Québec, dove allo skyline tipico della metropoli si alternano i quartieri storici, meta preferita dei turisti.
Le monoposto sfrecceranno sul circuito dedicato all’indimenticabile Gilles Villeneuve, idolo locale che vinse la prima edizione della gara, nel 1978. Il layout della pista è ottenuto unendo le strade perimetrali dell’isola artificiale di Notre-Dame, sull’estuario del fiume San Lorenzo. Lungo 4,3 km, il circuito di Montreal è caratterizzato da lunghi rettilinei spezzati da una serie di chicane e curve lente. Qui serve avere una vettura molto stabile in frenata e con ottima trazione: saltare sui cordoli senza scomporsi troppo è la chiave del successo. Facile a dirsi, ma molto meno a farsi: le vetture girano infatti con poco carico aerodinamico per sfruttare al massimo le velocità di punta, ma di contro il grip in curva è sempre precario e le monoposto tendono a scivolare.
Il grip meccanico è assicurato dagli pneumatici: per il GP del Canada, Pirelli fornirà le P Zero Yellow Soft, le Red Supersoft e le Purple Ultrasoft. Quello di Montreal, infatti, è un tracciato semi-permanente dalla bassa aderenza e la scelta delle gomme – così come la loro gestione – può voler dire vincere o perdere. Tra le incognite, da non sottovalutare il meteo variabile e le alte probabilità di safety car in pista. A Montreal, Daniil Kvyat e Carlos Sainz dispongono degli stessi set di gomme: 2 di pneumatici Soft, 4 di SuperSoft e 7 di Ultrasoft.
Una piccola curiosità: questo sarà l’ultimo anno in cui potremo stare nello storico e angusto complesso pit e paddock: subito dopo la gara, inizieranno i lavori per la costruzione di nuovi box e hospitality. Saranno più grandi, li ritroveremo qui già il prossimo anno. Ed ecco le considerazioni dei piloti della Scuderia Toro Rosso prima dell’inizio del weekend.
Daniil Kvyat: “La frustrazione dell’ultima gara a Monaco è ormai alle spalle e mi ha reso ancor più determinato a mostrare ciò di cui sono capace. Da quando sono tornato a casa, mi sono concentrato esclusivamente sul GP del Canada di questa settimana. Descriverei la pista di Montreal come un tracciato in cui si salta sempre sui cordoli: ce ne sono un bel po’ e tutti molto alti. Abbiamo delle chicane impegnative: per esempio le curve 3 e 5, 6 e 7, 8 e 9, 13 e 14: il famoso “Muro dei Campioni”! Un altro tratto tosto è rappresentato dalla curva 10, in cui è necessario frenare con grande decisione. È un tornante lento, che rappresenta anche un ottimo posto dove poter sorpassare. È necessario uscire bene da qui per lanciarsi verso il rettilineo più lungo della pista, in cui è possibile sfruttare la scia quando si è dietro un’altra vettura. Mi piace guidare qui e non vedo l’ora di poter fare un buon fine settimana, tirando fuori il massimo dal pacchetto che abbiamo a disposizione. Sia io che la squadra siamo ottimisti: ci sarà sicuramente da lavorare sodo, tutti insieme, per raggiungere il miglior risultato possibile”.
Carlos Sainz: “Il rettilineo di partenza-arrivo, in Canada, è sempre molto scivoloso. Giriamo con un carico aerodinamico davvero basso e questo significa che fai molta fatica in frenata e che devi fare molte correzioni con il volante. Le prime due curve rappresentano una delle molte chicane di questa pista, con la seconda piega davvero molto lenta: qui è sempre difficile scaricare la potenza, perché hai sempre un po’ di sovrasterzo. Nelle curve 3 e 4 troviamo il primo muro della pista: si cerca sempre di passarci il più vicino possibile, in modo da poter fare un buon tempo sul giro. Più ti avvicini, più mostri sicurezza. A ogni chicane, specialmente nelle curve 6 e 7, diventa cruciale saltare sui cordoli per ottenere una buona traiettoria. Farlo significa essere veloci anche nei rettilinei immediatamente successivi a queste curve. Anche la sequenza di curve 8-9 forma un’altra chicane: potrebbe sembrare una pista semplice, dove trovi sempre le stesse curve, ma in realtà ognuna di queste chicane ha diverse caratteristiche e bisogna affrontarle ognuna in maniera differente. La curva 10 è una delle più strette di tutto il calendario, nonché una delle più lente: questo è certamente un buon punto in cui provare il sorpasso! L’uscita da questo tornante è molto importante, perché immette su uno dei rettilinei più veloci dell’anno, dove si raggiungono punte di quasi 340 km/h: non è affatto male! Infine, si arriva in quella che – a parer mio – è il punto migliore del tracciato: la curva 14, nota anche per il “Muro dei Campioni”! È una chicane molto stretta, in cui è necessario saltare di nuovo sui cordoli… e se si tocca uno di questi nel modo sbagliato, finisci direttamente contro il muro: ecco perché è così importante affrontarla nel modo giusto! Tutto sommato, questo è un circuito divertente che sulla carta potrebbe sembrare semplice, ma correrci è sempre una grande sfida e spesso ci regala delle belle gare. Per quanto mi riguarda, voglio continuare a segnare punti, ce la possiamo fare!”.
Redazione MotoriNoLimits