N. Sei stato a Ginevra?
P: Sì!
N Ah, beh! Allora…
P: No, è che sono andato fin là. Faceva anche caldo, soprattutto dentro. Ho camminato. Ho avuto una sovraesposizione da rapporti umani che mi ha saturato e poi sono andato via stravolto.
N. Ok, d’accordo, ma le macchine…
P. Ah, quelle! Sì, certo c’erano anche quelle. Ferrari, Lamborghini, Porsche, Volkswagen, Alfa Romeo. Sì proprio tutte e tutte lucide.
N. Ti sono piaciute?
P. Certo, mi piacciono. Sai, c’è anche di mezzo la passione!
N. Per che cosa?
P. Per le macchine, no?
N. Bene. E questa volta, a Ginevra, che cosa hai capito?
P. Beh, che la crisi è passata. Che bastano un po’ di dollari in meno per ogni barile di petrolio e allora chissenefrega dell’ecologia.
N. Non capisco…
P. Beh, vedi, negli ultimi anni se non esponevi un’auto elettrica eri un p***a. Ora, dato per assodato che il pubblico impazzisce per le ibride, ma schifa le elettriche, tutti hanno ricominciato a parlare di cavalli, di vagonate di cavalli, anche con l’aiutino di un motorino da falciatrice elettrico, così, per scaricarsi la coscienza e sentirsi un po’ meglio. E poi ancora di velocità di prestazioni, di coppia e, beh insomma tutto quello che piace di un’auto che quando acceleri ti prende a calci nel sedere. Addio algide auto senz’anima, bentornate sexy, cattive, rumorose, puzzolenti (di olio e benzina) quattro ruote da sgommo e vado!
N. Ma se ci sono i limiti?
P. Ecco appunto. Vai in giro per Ginevra e ti sembra che tutti vadano al rallentatore. Traffico con lo slow movie! Invece vai dentro alla fiera e trovi Zetsche, quello con i baffi da sergente prussiano… sì il presidente della Mercedes (accidenti non poteva scegliersi un nome un po’ più facile, che ne so Rottermaier, Blucher… no, Zetsche), che arriva alla mattina alle 8, mentre tutti sono ancora lì mezzo rinc******ti dal sonno, e questo che fa? Esce sul palcoscenico con la AMG GT3 sgasando come un tamarro qualsiasi con quell’accidenti di Mercedes da corsa. Tu pensi al cappuccino e quello ti terremota la pancia con le urla laceranti (ma belle) di un’auto da corsa. E poi, non contento, mentre ti prende pure in giro perché dice che così è sicuro che tutti siano svegli, chiama un suo amico che arriva, questa volta per fortuna in silenzio, con la nuova Classe C ibrida. Figo, pensi, con questa non si inquina. Esatto, quando ti muovi tra le quattro mura di una città, ma appena esci dal paesello allora puoi scatenare una caterva di cavalli che ti chiedi a che cosa possano servire, visto che continui ad andare a 130 all’ora.
N. Ma a te non piaceva correre?
P. Certo che mi piace correre. Ma oggi dove vai, a correre? Giusto al parco con le nuove Adidas. Perché se cerchi di sgommare un po’ di più ti mettono in galera. Immediatamente. Anche di notte c’è sempre un occhio che ti guarda e ti… insomma ti fa male al portafoglio e ai punti della patente. E poi pensi che non devi essere italocentrico e nemmeno eurocentrico. Ma la globalizzazione, i mercati americani e ancora di più quelli asiatici con le autostrade cinesi che danno una statica dimostrazione di come lo spostamento con mezzi individuali è un’utopia pari a quella del comunismo realizzato… Povero Carlo! Da un sogno di liberazione alla maledizione dell’asfalto.
N. Scusa, non capisco, mi sono perso. Che cosa c’entra Karl Marx?
P. Niente! Anzi, non c’entra proprio nulla. Mi sono lasciato prendere. Sai, pensavo a Marchionne.
N. A chi?
P. Marchionne, quello della FCA…
N. Scusa…? Stai dicendo?
P. Guarda che non sto sragionando, ora! Stavo solo pensando al pescarese d’America. Pensa, ha detto che porta la Ferrari in Olanda!
N. Così prende un po’ d’aria…
P. No, non una Ferrari in Olanda. La Ferrari, quella di Maranello. La porta all’ombra della afsluitdijk!
N. Afs… che ca…. insomma!
P. No, quella è la grande diga dove la FCA porterà la Ferrari!
N. Diga, FCA. Non ti sembra di esagerare con i giochi di parole, con i doppi sensi anche abbastanza grevi.
P. Non è colpa mia. Sono loro che hanno detto questo. E poi hanno spiegato che comunque tutto cambierà, ma nulla cambierà…
N. E allora non potrebbero lasciare tutto come sta?
P. Chiedilo a loro. Io so solo ascoltare e qualche volta racconto quello che mi hanno detto.
N. Qualche altra chicca?
P. Nessun’altra. Se non il fatto che siamo tornati un po’ indietro e che molte delle manie verdi (molto ipocrite) degli ultimi anni sono cadute. Business is business. Non si scherza. E poi diciamolo. Le elettriche sono una baggianata buona a infinocchiare un pubblico mal informato. Le ibride… beh quelle funzionano. Aiutano, ma non risolvono. E poi abbiamo la Toyota con le fuel cell. Ma ce l’ha anche la Hyundai e quest’anno la esponeva, ma sembrava non volerlo dire in giro. Sai, certe cose, è meglio tenersele in famiglia.
N. E la Renault con tutto il suo parco elettrico?
P. Non resta che la Zoe. Le altre sono, pian piano, sparite. Va beh. Tanto tra un 4 o 5 anni ritorneranno e ricomincerà il valzer delle emissioni.
N. Però qualche cosa si è fatto…
P. Certo che si è fatto. E si doveva fare e si dovrà fare ancora di più. Però con serietà. Un passo dopo l’altro senza vendere il fumo che abbiamo dovuto respirare in questi anni.
N. Mi sembri arrabbiato!
P. No, annoiato. Non riesco più a inc***. E ora basta. Mi fanno ancora male i piedi. Vado a riposarmi!
Peppino Fumagalli