Dici nubifragio e pensi a tanta acqua… ma in Malesia è all’ennesima potenza, con 30°C di temperatura. E ovviamente arriva al momento inopportuno, non uno scroscio e via ma per quasi due ore, giusto in tempo per mandare a monte il programma delle qualifiche. Così, sono passati 50 minuti prima che le condizioni permettessero alle monoposto di scendere in pista per il Q1, ovviamente con le full wet, protagoniste fino al Q3, con la pole andata a Lewis Hamilton con un tempo di 1.59.431, conquistato nel primo giro lanciato, un vantaggio minimo, 55 millesimi, ma sufficiente per essere inattaccabile dal secondo più veloce in pista, Sebastian Vettel.
“Il giro è stato tutt’altro che perfetto”, ha detto Hamilton. “Avrei dovuto avere più margine ma per fortuna non ce n’è stato bisogno. Le condizioni erano incredibilmente difficili e oggi era facile sbagliare. Verso la fine era quasi impossibile vedere dietro. Il team ha fatto un gran lavoro, abbiamo una macchina fantastica e adesso dobbiamo tradurre questa prestazione in gara”.
Terzo, Nico Rosberg, lento nel primo run ma più veloce quando le condizioni sono peggiorate (ma, per la fila ai box per il cambio gomme, ha rischiato di prendere la bandiera a scacchi, passando per un paio di secondi), che ha sopravanzato Fernando Alonso, che ha disputato il Q3 grazie al miracolo compiuto dai meccanici della Scuderia dopo la sua collisione con la Toro Rosso di Daniil Kvyat alla curva 9 in cui ha danneggiato la sospensione anteriore sinistra – meno di 4 minuti per sostituire il tirante dello sterzo.
“Devo ringraziare tantissimo i ragazzi perché in 3 minuti hanno cambiato una sospensione. Si è parlato sempre di queste macchine che si impiega una vita a cambiare tutto il power unit, il motore, il KERS, ma sulle sospensioni sono ben allenati i nostri ragazzi. Lavoro super. L’incidente è stata una casualità molto brutta, con le condizioni di visibilità che avevamo oggi è stato un po’ strano aver avuto questo incidente. Poi la macchina non era riparata completamente, come era logico, noi abbiamo cercato di mettere a posto e continuare a girare, ma lo sterzo a destra lo potevo muovere con un dito, perché era super leggero, mentre a sinistra non avevo la forza nemmeno con le due mani. Quindi c’è stato qualcosa sicuramente sulla convergenza che c’è da vedere adesso. Penso che ieri la Mercedes ha girato con molta più benzina, come abbiamo visto nelle terze libere dove erano ancora un secondo davanti al resto, quindi a gara asciutta sappiamo che con la Mercedes sarà difficile, però le altre sembrano più raggiungibili qui. Non c’è più la McLaren davanti a noi o la Williams, o cose che in Australia avevamo visto. Quindi cerchiamo di lottare per il podio, partendo anche quarti e sesti penso che possiamo fare questo tentativo e avere una gara senza problemi. Non dimentichiamo l’affidabilità, che era la cosa più importante in Australia, non è che in Malesia siamo al 100% sicuri, dobbiamo ancora curare tutti i dettagli”.
Quinto Daniel Ricciardo, davanti a Kimi Raikkonen e alla Force India di Nico Hulkenberg. Ottavo Kevin Magnussen che ha iniziato il Q3 sulle intermedie ma è rientrato subito ai box per montare le wet, cosa che non ha invece fatto il compagno di squadra in McLaren Jenson Button, 10°. “Ho scelto io di montare le intermedie”, ha detto l’inglese. “Solitamente ci azzecco, ma non oggi. Quando sei abbastanza veloce sulle wet, passare alle intermedie non paga, ma quando sei in fondo conviene tentare l’azzardo e vedere cosa succede. Sembrava che le intermedie potessero funzionare, ma poi la pioggia si è intensificata. Non sono deluso perché al massimo avrei potuto qualificarmi un paio di posizioni più avanti, non quello che vogliamo, quindi è comunque valsa la pena rischiare”.
Nella top 10 anche la Toro Rosso di Jean-Eric Vergne, 9°. Grandi esclusi dal rush finale Felipe Massa e Valtteri Bottas, 13° e 14°, con la Williams con evidenti difficoltà di trazione nelle condizioni di Sepang. 12° la Sauber di Esteban Gutierrez, con la Lotus di Romain Grosjean 16°, anche per via di un testacoda, ma almeno entrata nel Q2, cosa che non è riuscita al compagno di squadra Pastor Maldonado, a 0.385s da Vergne. Con il messicano fuori nel Q1 anche la Sauber di Adrian Sutil, le Marussia di Jules Bianchi e Max Chilton e le Caterham di Kamui Kobayashi e Marcus Ericsson, quest’ultimo rimasto fermo nella pitlane al via del Q1 e poi protagonista di un’uscita di pista alla curva 3 terminata contro le barriere, per quello che lo svedese ha definito uno stupido errore.
Mercedes fortissime anche sul bagnato, quindi, che chiudono nelle stesse posizioni di Melbourne. Ma stavolta la RBR là in prima fila è quella di Vettel, deciso più che mai a dar filo da torcere alle frecce d’argento.
A proposito, grande protagonista di queste qualifiche è stata la Safety Car, la SLS AMG, che ha girato a lungo, mostrando sempre un ottimo grip e perfetta tenuta di strada, per saggiare le condizioni della pista prima di dare l’ok al semaforo verde.
Viene spontaneo chiedersi se abbia senso – a parte le mere questioni economiche, ovvio – continuare a correre in Malesia: è questo lo spettacolo che vogliono gli appassionati? Macchine ferme ai box per 50 minuti e poi nuvole d’acqua? Una farsa, specie considerando che, per via delle nuove regole, per queste monoposto è impossibile girare con pioggia intensa, nemmeno da pensarci con i nubifragi malesi. Insomma, i maghi della pioggia – ammesso e non concesso che esistano ancora – con queste macchine non possono proprio mettere in mostra abilità e coraggio. Facciamocene una ragione…
E chiudiamo con un sorriso… Grande Raikkonen che alla fine, distrutto, rosso e grondante di sudore dice ai microfoni di Sky: “Sono state qualifiche difficili, pochissima aderenza, continuavo a slittare lungo la pista, ma alla fine il risultato è ok. Meglio della scorsa gara”. Pochissima aderenza e continuava a slittare? Ma va? Una forza della natura!
Barbara Premoli
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